Mi sono trovata davanti tutti questi pacchi di caramelle Saila e ho pensato: “Cavolo, potevo nascere caramella“.
Sì, sarei potuta nascere caramella. Non ho mai sentito qualcuno dire di non amare le caramelle, e, ora che ci penso, non ricordo neanche di aver mai visto qualcuno rifiutarne una. Sarei potuta piacere a tutti, pensa un po’. Chissà quante delusioni mi sarei risparmiata.
Il problema è che il pensiero mi piace per un secondo, poi torno in me e mi fa subito rabbrividire. Perché mai dovrei voler piacere a tutti o anche solo desiderarlo? Ma poi, tutti chi? Sono fatta per pochi, mi piace confondere subito le persone, vedere chi insiste e chi mi rivaluta con il tempo. La mia vita è fatta di selezioni naturali. Pochi ma buoni, e non sbaglio mai.
E quindi, se ne esiste una con un sapore strano che piace a pochi, potrei essere solo quella.
Fine dei vaneggiamenti.
Le caramelle piacciono anche a me, ovviamente. È un piccolo piacere che non si rifiuta mai. Con il tempo, ti accorgi di aver avuto sotto il naso, per tutto il tempo, una merce di scambio per piccoli e innocenti ricatti. Tipo quando diventi mamma e “se smetti di piangere, puoi prendere una caramella”, e magari resta il musetto per un po’, ma le lacrime spariscono subito.
Quale Saila sei?
Gli scaffali ne sono pieni grazie alla grande quantità di gusti e consistenze differenti. Di recente, Saila ha rielaborato il suo design, ora più moderno e colorato, aggiungendo delle novità alla sua proposta già varia: confetti teneri, caramelle dure, Jelly, e ora anche i prodotti dolcificati con stevia.
La liquirizia di tutte le varianti è 100% italiana, e le Jelly liquirizia ora sono disponibili nella busta da 75g.
E tra un confetto menta, una caramella senza zucchero con stevia e una jolly liquirizia (croccante fuori e morbida dentro) quale mai potrei essere? E quale saresti tu?