Sabato scorso ho avuto modo di prendere parte attivamente alla tavola rotonda tenutasi durante la quarta edizione del FashionCamp. Azzeccatissima la scelta dell’argomento, “Bloggers Meet Brands“: un dibattito pubblico che ha visto protagonisti bloggers, pr e aziende, al fine di ottenere un confronto alla pari sulle complicate dinamiche che intercorrono tra le parti all’interno del mondo digitale. Il rapporto blogger-azienda è una problematica che riguarda chiunque abbia scelto di percorrere la strada dei blog, dei social, delle collaborazioni con le aziende, e anche per questo abbiamo riscontrato un forte interesse da parte dei partecipanti del fashioncamp che hanno preso parte in veste di pubblico.
Al dibattito, oltre me e Arianna Chieli, hanno preso parte: i Digital PR Claudio Rascio, Chiara Dal Ben, Simona Melani, Stefania Zizzi e Cristina Simone, le blogger Roberta Scagnolari (Robyberta) e Barbara Christmann, Franco Zanellato, presidente di Zanellato Grou, Matteo Puppi, digital per YSL beauté, e Mario Romanelli, co-founder di Almplr.
Arianna Chieli, in veste di moderatrice, è subito partita con la questione più interessante: i post si pagano? Quando è giusto farsi pagare e quando no? Quanto vale un baratto? Visto che la domanda è stata rivolta proprio a me, scrivo anche qui il mio pensiero: quando un’azienda ci contatta, ci fà delle richieste specifiche come possono essere la data di pubblicazione e l’inserimento di specifici links, sì, dovreste farvi pagare. Questo ovviamente comporta da parte vostra l’impegno a rendere visibile il post su tutti i vostri canali, rendendolo interessante e appetibile. Inoltre il prezzo da richiedere dovrebbe essere rapportato alle visite mensili, e in questo bisogna cercare di essere onesti. Quello che intendo è che dal momento in cui mi vengono date delle direttive da un’azienda, in pratica mi viene chiesto di portare a termine un lavoro, e il lavoro – così come la pubblicità – và pagato., punto (con soldi o baratto che sia).
Diversa, almeno secondo me, è la questione dei designers emergenti: in Italia è già abbastanza difficile per loro emergere e se proprio devono investire mi piacerebbe che potessero farlo su ben altri canali (il discorso cambia se parliamo di siti e-commerce aggregatori ecc, inoltre ci sono casi e casi) Ovviamente voglio essere libera di scegliere io se parlarne o meno, scelgo io quando pubblicare e non accetto pressioni di alcun genere, per intenderci, altrimenti si ritorna al discorso sulle direttive ecc. I post più belli che ho scritto sono dedicati proprio a loro, l’ultimo esempio è stato quello di Beatrice Mezzanotte.
Gli altri argomenti che sono stati toccati nel corso di questo confronto hanno riguardato le aziende: come vengono scelti i bloggers con i quali collaborare? Sulla base di quali criteri? Si guarda al numero di follower sui social? E da qui è emerso un aspetto fondamentale: comprare followers, su facebook così come su instagram e twitter, danneggia il blogger piuttosto che renderlo più predisposto a essere scelto. Ci crediamo? Onestamente non credo che valga per tutti gli uffici stampa, ma le persone intervenute – che tra l’altro lavorano presso uffici stampa di un certo livello – a me sono sembrate estremamente sincere: Cristina Simone, consulente di social media merketing per le aziende, ci ha spiegato come basta un controllo incrociato per verificare se sono presenti followers acquistati, e di come sia in realtà il giusto equilibrio tra numeri e contenuti di qualità a favorire la scelta di un blogger piuttosto che di un altro. La competenza si vede anche da questo, anche se purtroppo sappiamo benissimo che non vale per tutti.
E infine: le aziende tengono conto dei post negativi? E’ un aspetto che influisce sulla scelta dei bloggers per le collaborazioni? Così ho raccontato di come io stessa sono stata l’unica blogger, l’unica davvero, a essere rimbalzata a un press day proprio durante la scorsa fashion week milanese. Ovviamente la scusa è stata un’altra (sembrava una barzelletta) ma il collegamento per me è stato facile: qualche mese prima avevo criticato una collaborazione tra lo stilista e un cantante, ed evidentemente la critica non è stata presa nel migliore dei modi. Diciamo che comunque ci stava.
photo credits: Raffaele Mariniello
Ultima questione che ha portato a un’accesa discussione è stata la presentazione di un nuovo metodo di classificare i blog sulla base della qualità: il programma si chiama Amplr e promette a una classifica mensile, a contrasto con quella di LesCahiers (vi consiglio di leggere questo articolo sulla sua scarsa affidabilità), che però credo porterà un po’ di confusione: il criterio che questo programma valuta è il corretto uso della lingua italiana e della punteggiatura, che per quanto sia un aspetto estremamente positivo non credo possa valere da solo per qualificare un blog come “qualitativamente valido”. La scelta dei contenuti, il lavoro sulle immagini (che al momento non è previsto tra i criteri), nonché la creatività e lo stile di scrittura… dove li mettiamo? Amplr promette di arrivare a settembre, si spera venga perfezionato prima di allora perché ha già creato scompigli e ancora non è attivo. Se perfezionato potrà rivelarsi estremamente utile… ma vedremo.
Infine ringrazio Arianna Chieli per avermi voluto coinvolgere in questo interessante dibattito. Ci tenevo a dire la mia e ho ricevuto un gran numero di riscontri positivi per i miei interventi, che onestamente non mi aspettavo.
Voi cosa pensate degli argomenti trattati? Dite la vostra!
60 thoughts on “FashionCamp 2013 – Bloggers Meet Brands: il dibattito che ha fatto chiarezza sui rapporti tra bloggers e aziende”
mi trovo in accordo con tutte le tue considerazioni e spero vivamente che sempre più aziende concorderanno nel premiare i “veri” meriti; non è affatto raro vedere eccezioni per ora! 🙂
sono pienamente d’accordo!!
http://lesamis1417.blogspot.it/
Peccato non esserci stata, immagino sarà stato bello!! Sarà per la prossima!! Complimenti per il post Laura! Un bacio e buona giornata! Marika
Che ne pensi del mio post?
Marika Fashion Smile
My blog: Fashion
Smile
Follow me on Facebook | Twitter | Google +
Grazie Marika 🙂
Dalla parte del brand la difficoltà che incontro è individuare le blogger che sono davvero interessate al mio brand (sorry per il gioco di parole). Preferisco una piccola blogger davvero appassionata l mio brand piuttosto che una top blogger profumatamente pagata, si capisce che è una marchetta dopo due righe di post…
Già alcune aziende stanno facendo un minimo di selezione, ma secondo me è selezione errata: ci vuole poco a creare una serie di follower fasulli, o ad acquistare visite. E il più delle volte vengono richiesti solo questi dati.
Non si analizza il blog, non si leggono i vari post, non si verifica se le immagini e gli scritti siano originali o copiati da altre fonti. Sono convinta che la qualità, prima o poi, verrà premiata. Ma bisogna esser seri da entrambe le parti.
Molto interessante! Penso che siano stati toccati argomenti davvero importanti ;D
http://WWW.ARMOIREDESMODES.COM
Dibattito davvero interessante!!! bacione
http://www.lefamilledelamode.com/2013/06/my-outfit-for-cartier-event.html
Credo che tu abbia detto cose molto giuste, soprattutto sono fermamente convinta che l’onestà in un blogger è fondamentale sulla determinazione del prezzo. Mi è capitato molte volte di ricevere collaborazioni e di chiedere un piccolo contributo, perché mi sembra giusto che se è l’azienda a chiedere, il blogger può essere libero di chiedere un compenso visto il tempo che ci impiega. Mi è stato risposto che il pagamento non è possibile. Allora io, dato che amo questo lavoro e ci metto impegno, posso anche farlo gratis per la gloria, oppure rifiutare. Poi per carità, il mio blog è piccolo quindi sono più le volte in cui lo faccio gratis, perchè giustamente non posso garantire un riscontro pubblicitario adeguato.
Diverso è il discorso per i designer emergenti. Come ben sai, il mio blog ultimamente ospita moltissimi designer ai quali IO ho chiesto di poter scrivere di loro gratuitamente. Lo faccio perché sono designer anch’io e per poter dare un piccolo spazio dove sono soprattutto loro a presentarsi. Amo farlo, mi da una grande soddisfazione ricevere le loro e-mail di ringraziamenti e non mi sognerei MAI di chiedere soldi a un designer appena affacciatosi nel mondo del lavoro. Mi sembra venale. Sai quanti ho letto che si sono lamentati che i blogger chiedono fino a 500€ per un post che parli di loro?? Siamo pazzi, davvero.
Per quanto riguarda le classifiche, non so che dire. Ben venga una classifica più pulita e più “terra-terra”, purché ogni mese si cerchi di analizzare un tot di blog nuovi, senza riproporre sempre gli stessi.
Un abbraccio, ottimo articolo!!
Grazie cara! :*
Wow bellissimo incontro e scambio di idee, hai risposto con questo post a molte mie domande!!! Ancora bel post e beata te che hai partecipato a questo incontro interessante e istruttivo!:) baciii
Mi trovi d’accordo su quello che hai scritto. Molto interessante.
Nel mio caso non posso esprimere una vera e propria opinione personale, dato la mia poca esperienza e dato che ho iniziato da pochissimo come blogger però questo tuo post mi è stato utile per capire. L’unica cosa che posso dire è che, purtroppo, chi paga per comprarsi i followers ha sempre la meglio, o quasi, sottovalutando e sminuendo così altre blogger che provano a crearsi interamente con le proprie forze.
A presto! 🙂
Deve essere stato proprio interessante, mi avrebbe fatto piacere esserci. Comunque concordo con i tuoi interventi e la penso come te! Quanto alle classifiche.. Credo che mai nessuna classifica potrà essere veritiera se non ha accesso ai dati dei blog. Io in quella di Les Cahiers ci sono sempre stata, ma onestamente ci faccio ben poco con quella classifica. Le aziende serie sanno che l’unico dato certo è analytics!
http://www.onlyshoppingblog.com
Un tema interessante e mi è dispiaciuto non essere stata presente al Fashion Camp (purtroppo il lavoro e i km di distanza me lo hanno impedito). Credo che sia un evento interessante per chi si occupa di moda e di blogging. In molti punti mi trovo perfettamente d’accordo con te (soprattutto per quello che riguarda gli artisti o stilisti emergenti). Per la classica, speriamo che dia davvero spazio ai contenuti e alla qualità. Attendiamo!
Un abbraccio,
marti
Che bell’evento! Deve essere stato davvero interessante!!
Il fashioncamp è un’idea geniale e ancor di più è stata questa tavola rotanda. Quelli da voi trattati sono temi importanti che fanno riflettere. Siamo arrivati al punto di comprare i followers? Credo davvero d’aver sentito di tutto!
Daniela
kaosmagazine.it
Questo della classificazione dei blog è un argomento che ho molto a cuore, perché spesso i blog ricchi di contenuti vengono penalizzati in quanto difficilmente fruibili dal pubblico medio. Lo stile di scrittura (e il blog è un luogo in cui si scrive, a dispetto di quanti molti pensino) è quasi sempre ignorato, ma ancora di più si ignora l’apporto innovativo che un blogger può dare nella collaborazione con un’azienda. Se il blog diventa una vetrina allora il blogger smette di essere un creativo e si può equiparare ad uno spazio in affitto, quasi sempre a breve e brevissimo termine.
Un incontro davvero interessante in cui avete affrontato davero molte tematiche. Mi chiedevo però una cosa. Quanto bisognerebbe essere pagati dalle aziendi per un post promozionale?
Torna a trovarmi sui miei blog
Travel and Fashion Tips
Dieta e Nutrizione
Le ricette di Anna e Flavia
molto interessante…
Ho letto questo post 3 volte!!! Molto interessante sono di accordo con te!
ahahahahah! Grazie!
ho letto il post con moltissimo interesse e devo dire che quoto tutto ciò che hai detto. io personalmente ci metto molta passione quando un prodotto mi piace e quando non mi piace evito di perderci tempo… ma purtroppo vedo che non sempre accade questo ed è penalizzante per chi, al contrario, esprime le sue opinioni in modo corretto e sincero.baci
laura
http://www.attacchidiclasse.blogspot.it
molto interessante!
sarei tanto voluta venire a vedere il dibattito ma sabato ero strapiena di cose da fare, sei stata così esauriente che mi è sembrato di esser li per un attimo! una classifica nuova e non falsata sarebbe davvero utile alle aziende che si spera guardino di più i blog e i suoi contenuti! un bacione
p.s. mannaggia è già la seconda volta che potevo conoscerti e niente ! 🙁
smuack
Carola
Ciao Carola, è vero! Dai… ce la faremo prima o poi a beccarci! 😀
Argomento interessantissimo, sposo completamente il tuo punto di vista!
Torna presto a trovarmi su Cosa Mi Metto???
Win your favorite pair of sunglasses!!
L’onesta del blogger è importante, davvero!! Noi non accettiamo collaborazioni con marchi che non ci piacciono o non sono in linea con le nostre idee perchè così non facciamo perdere tempo alle aziende..
Ci sarebbe piaciuto partecipare..peccato che eravamo già impegnate quel weekend!
XOXO
Marci&Cami
Paillettes&Champagne
Bello questo articolo e mi fa molto piacere che le aziende si rendano conto che esistono molti blog che hanno dei numeri elevati grazie alla compra-vendita dei followers. A me tempo fa è capitato di finire in uno di questi gruppi su fb e sono stata riempita di critiche perchè non ripassavo mai a lasciare commenti o non cliccavo il like, così quando ho capito come realmente funzionava ho lasciato il gruppo. Purtroppo gli imbrogli sono ovunque.
Lauren V.
http://modecontemporanee.blogspot.it
facebook page
Laura sono assolutamente d’accordo con te, deve essere stato molto formativo sia per voi che per le aziende confrontarvi su questi argomenti. Speriamo davvero che la nuova classifica venga migliorata.
NEW POST IS ONLINE ON http://www.coffebreakblog.com
COFFE BREAK ON FACEBOOK
Sono perfettamente d’accordo sul fatto di valutare bene i blogger con cui l’azienda vuole collaborare, non solo sulla base di semplici numeri o dei follower sui canali social (che pure contano sia ben chiaro, se reali però!) ma anche sulla base della creatività, del suo punto di vista personale, della dialettica e dell’abilità nello scrivere. In questo senso ben venga una diversa classifica e speriamo più veritiera che consideri i meriti linguistici e di scrittura di chi quotidianamente impegna il suo tempo nella cura del blog!
Mi sarebbe piaciuto partecipare a questo dibattito, ho un paio di cosette da dire anche io….
Condivido quello che hai detto ma l’ultimo punto mi inquieta. Un’altra classifica dopo lo scompiglio e la guerra che sta scatenando l’altra mi fa capire una sola cosa: con le classifiche ci si guadagna….
Don’t Call Me Fashion Blogger
Facebook
Bloglovin’
Francy, hai preso il punto in pieno 🙂
Sinceramente ho trovato molto interssante questo articolo perchè ha fatto luce su alcuni aspetti che allo stato attuale restano ancora in ombra, mi avrebbe fatto molto piacere assistere di persona!!! un bacio
Grazie per questo post, è veramente molto interessante. Io ho sempre paura di sbagliare comportamento, soprattutto quando vengo contattata da un’azienda. Mi sarebbe piaciuto partecipare al Fashion camp, ho molto da imparare e da quello che ho letto in giro non c’è posto migliore!
Diamanti Sul Sofà
…c’è da dire che spesso l’equazione lavoro=compenso non sempre viene percepita dalle aziende (o almeno da quelle che non hanno un digital pr competente…)
sono completamente d’accordo con te sulla questione designer emergenti, anche a mio avviso alcuni tra i post più belli che io abbia scritto erano dedicati a loro 🙂
Federica
La ragazza dai capelli rossi
Molto interessante questo evento. In merito al nuovo programma (che è di fatto meccanico – già ci sono procedure che analizzano la leggibilità del testo) giudichi la qualità di un testo fa sorridere, mi sembra più una mossa per mettersi in concorrenza con les cahiers se poi la classifica con questa nuovi criteri e più attendibile tanto meglio.
Caspita, dopo aver letto questo tuo articolo e anche quello dove parli della classifica di LesCahiers mi sono diventate chiare tante cose, il mio blog e’ nato da pochi mesi e sono nuova del “settore” quindi grazie per avermi chiarito certi argomenti!
Buona serata!
Passa a trovarmi VeryFP
Ciao Veronica, sono contenta di esserti stata utile allora 😀
Bacione***
Guarda sono proprio domande che io mi ponevo!! E da poco che ho aperto il mio blog e mi accontento dei miei iscritti e delle mie visite1
Questo post è chiaro e utilissimo, la penso come te su ogni punto e spesso sbagliano anche le aziende a selezionare blogger.
Alla prossima 😉
Ciao Laura,
ho letto molto volentieri il tuo post. Purtroppo non sono riuscita a partecipare al Fashion Camp ed ero sicura che la conferenza sarebbe stata interessante e avrebbe chiarito alcuni punti che risultano ancora oscuri a molti.
Anzitutto concordo con te sull’argomento remunerazione. Trovo che oltre al numero di followers (dato ormai alquanto poco attendibile per il fatto che molti li acquistano) e alle visite mensili (dato indubbiamente importante), quello che debba esser retribuito sia il tempo, l’impegno, la professionalità dei contenuti (sia scritti che grafici) che vanno a comporre un post, nonché la capacità di rendere il contenuto personale evitando un mero “copia e incolla” di comunicati stampa.
Un bravo blogger deve avere tante competenze (nel nostro caso: moda, tendenze, competenze tecniche su materiali, tessuti e poi competenze grafiche, conoscenze del mondo del web, della comunicazione, della fotografia, della tecnologia e perchè no, avere anche una sensibilità sociologica…). Io ad esempio dedico tempo e denaro nel migliorare ed accrescere il mio background. È proprio ora che le aziende se lo mettano in testa e dedichino tempo a visitare i blog, leggerli, navigarli piuttosto che fare affidamento a numeri, che molto spesso risultano fittizi.
Per quanto riguarda Amplr, mi sembra proprio una ‘corbelleria’ limitare la valutazione di un blog alla correttezza dell’uso della lingua. Il blog nasce come strumento di comunicazione informale, immediato e spesso i blog di successo utilizzano linguaggi friendly e colloquiali. Ovviamente questo non esclude una corretta grammatica. Ma un buon blog è fatto di tanto altro, come giustamente hai scritto tu. Mah !
Ora ti lascio
a presto, beso
Eli | The Gummy Sweet
Grazie, Elisa! Anch’io concordo con te su quello che hai scritto! Grazie per aver detto la tua in merito ^_^
Impossibile non essere d’accordo con te, anche io mi sono fatta molte di quelle domande.. Sarebbe stato davvero “utile” esserci e capire un po’ di cose!
Un tema davvero interessante e mi fa piacere che tu l’abbia condiviso in questo post. Concordo con le tue riflessioni e trovo anche questa “nuova classifica” molto riduttiva.
Sul discorso della remunerazione dei post penso che, nei casi in cui si richieda un impegno a scrivere un certo articolo, sia giusta proprio perché, come hai detto tu, è un lavoro e, se fatto con una certa professionalità e frequenza, anche abbastanza impegnativo. Per i giovani designer è diverso. Io ho dedicato a loro un intero spazio assolutamente gratuito e ovviamente seleziono io quelli che ritengo più interessanti e i tempi per scrivere il post. Se il blog può diventare uno strumento per promuovere chi ha davvero talento non può farmi che piacere!
Il rapporto con le azende a volte è complicato. Ci sono ovviamente aziende e uffici stampa di ogni tipo. Capisco che il brand cerchi il giusto compromesso tra qualità e quantità ma spesso mi sembra si badi un poco troppo alla quantità. Comunque sono convinta che portare avanti il blog con professionalità, serietà e qualità alla fine ripaga sempre e, anche se si lavora con meno brand, si collabora di più con chi è attento proprio alla qualità.
Un bacio
Dora @ Dora Fashion Space
Grazie per aver detto la tua, Dora! 🙂
brava, non tutti affrontano questi temi!!!
Sono contenta di esserti stata utile! ^_^
Bacione*
Ciao Mimma, ti capisco benissimo… io potrei scrivere un libro per quante ne ho viste in questi tre anni da blogger 😛
Un bacione*
peccato sarebbe stato bello esserci, davvero molto interessante 🙂
That’s Love
Facebook Page
bellissimi questi dibattiti! ce ne vorrebbero di più e soprattutto piu spesso!
santo fashion camp! mi dispiace un sacco non esser potuto venire neanche stavolta 🙁 che sfiga!! speriamo presto!
comunque anche io non credo molto alla storia dei follower e soprattutto la nuova classifica, se davvero si baserà sulla punteggiatura e la grammatica, bhe….lascia un po il tempo che trova. no?
bacio
Che bel post Laura, da un po che no leggevo in un blog tante cose utile e interessante, o letto anche tuoi altre articoli e devo dire che ai chiarito tante cose anche per me. Un bacio
Ho letto attentamente il tuo articolo…scrivo per il mio blog da poco, ma quello che vedo in giro non è confortante. Purtroppo si è un po’ perso di vista il significato di “blog” e molti pensano di guadagnarci in modo facile. La grammatica in molti casi è quasi un optional, e credo che anche per le aziende sia difficile districarsi in questa giungla. Però alla fine, penso che l’unica cosa che conti siano i followers che hai. Io non ho neanche una pagina FB, quindi non mi pongo il problema! Amen!
Siamo d’accordissimo!! Post molto interessante!!
Kisses
Francy&Stef
Chic With The Least
Also on Facebook and on Bloglovin’
Trovo che sia stato davvero interessante confrontarsi su argomenti che coinvolgono te in prima persona e che sono anche parecchio influenti per le aziende!!
Mi trovi perfettamente d’accordo con te sulla questione “costo dei post”! Anche se il criterio non è ancora molto valido!
Inoltre spero tanto che questa nuova classifica dei Blog possa basarsi anche su altri importanti aspetti che hai menzionato e non solo sulla grammatica italiana, che è importantissima, ma costituisce parte di un’insieme!
♥ NEW POST: Giveaway Bikiniworld in progress … !
♥ GIVEAWAY: on PersunMall! Ti Aspetto!
♥ Facebook
L’ho divorato il tuo post sai? Molto interessante, si sono incrociati i punti di vista di tutti, bloggers, pr e retailers. Mi trovo d’accordo con tutti i ounti toccati!
Mi trovo d’accordo con quanto hai espresso. Rimango semmai scettica sull’entrata di questo programma che valuterà la qualità del blog, spero anche io venga perfezionato per non gettare troppo scompiglio:) Ciao Laura!:)
per quanto riguarda la distinzione tra una recensione con richieste di scadenze e altro sono d’accordo, è anche la mia linea di criterio, che se non erro è anche condivisa dalle indipendent fashion blogger americane, inoltre sono d’accordo sul fatto che il piccolo brand o il designer indipendente vadano privilegiati sulle grosse aziende, che avendono le possibilità non dovrebbero sfruttare la scusa della visibilità (perché spesso poi non la danno per esperienza personale) per ottenere pubblicità gratuita dalle blogger con il loro bacino di utenti. Io, però, devo ammettere che più che le aziende, vedo le agenzie di comunicazione muoversi male, eppure quelle sì che sono pagate. Forse è a quel punto della catena che andrebbe analizzata la strategia…
I temi toccati sono davvero interessanti, in effetti penso che quasi tutti i bloggers ( me compresa) si pongano sempre le stesse domande a cui spesso non sanno dare risposta.
Molto interessante è anche il discorso riguardante Amplr perchè da sempre credo che tanti bloggers non meritino di essere considerati da aziende e non, a causa dell’italiano pessimo di cui fanno uso e del vuoto di contenuti! Voglio proprio vedere se questo sito sarà utile o no! 🙂
Giulia
Mi sarebbe piaciuto partecipare a questo dibattito, ho un paio di cosette da dire anche io….
Condivido quello
I temi toccati sono davvero interessanti, in effetti penso che quasi tutti i bloggers ( me compresa) si pongano sempre le stesse domande a cui spesso non sanno dare risposta.